Cronache
Il Sacco di Naria

Anonimo Amanuense - prima decade della III° Età
Manoscritto originale: Scriptorium del Cancellierato, Sanctior

"Ed infine, temuto e maledetto, arrivò il tempo in cui le armate del Caos poterono insozzare e depredare le Terre Conosciute di Naria senza che vi fosse alcuna difesa possibile. Ed era un turpe spettacolo. Chi resisteva all'attacco barbarico delle deformi creature del Caos nulla poteva contro l'avanzare metodico e inumano delle spettrali guarnigioni dei Nonmorti. La Follia era l'unica paga spettante ai difensori; la disperazione l'unico obolo loro concesso."

"Eppure, anche sotto l'incalzare delle orde del Caos, nuclei di resistenza punteggiavano le Lande. Ogni popolo gestiva lo scontro come più si addiceva al suo carattere: la verde Lainë era deserta. Chiunque aveva potuto era fuggito nei boschi, o in ciò che ne rimaneva, e in quei luoghi riuniva le forze e pungeva i fianchi delle orde attaccanti, lesto ritirandosi poi tra i rifugi frondosi; ed erano piccole scaramucce, ma bastanti a tener sveglia la coscienza e nutrita la speranza. Nella deserta Lainë non vi erano quindi fuochi d'assedio, od urla di madri, o mura distrutte, ma solo una fredda occupazione di Spettri e dei loro famigli. Così Lainë rinunciò alla vita, ma in pegno non le fu torto un capello. Ben sapeva infatti chi vi abitava che nella sola schermaglia era celata la loro forza."

"Ishtaar, la vecchia Vorane, era invece squassata dal furore degli eserciti, ma era una lotta quasi alla pari, pur se foriera di grande distruzione. Gli spiriti indomiti dell'Ombra avevano, da sempre, potenti alleati nei Demoni Minori, evocazioni forzate ed alla mercè dei Potenti nelle Arti Magiche. Non sempre però l'incantamento andava a buon fine ed il risultato era un Demone sciolto che spazzava il campo di battaglia, mietendo vittime da entrambe le parti, sino a quando non si fosse riusciti ad aprire un varco per scacciare l'orrore. Per questi eventi perirono i più grandi adepti dell'Arte magica Oscura, tanto che ora non se ne vede ancora l'eguale; e che ciò sia un bene lo credono in molti, da entrambe le parti: Demoni e Caos sono sempre stati considerati alla stessa stregua.
Ma Ishtaar poteva contare anche su un altro potente alleato: l'ombra di Sibrene aleggiava sui ciò che rimaneva della vecchia capitale, poco distante da quella nuova, pur non potendo prendere di nuovo possesso dei suoi antichi possedimenti. Ella, infatti, mal aveva digerito l'espulsione da Naria e, a differenza di Thar Enna - il quale solingo passeggiava nei Giardini del Vuoto Cerchiante empito di cordoglio e vergogna - concupiva l'idea di un suo sfolgorante ritorno tra i mortali e perciò ancor di più odiava l'artefice del suo esilio, il potente Sigillo di Proibizione. Ma pur se come debole alito oscuro, il suo potere sulla vecchia cittadella era ancora forte e quivi i suoi sudditi ora sostavano spesso, legando a questa permanenza i loro più grandi incantamenti. Ma era anche questa un'arma a doppio taglio: l'orgoglio della loro razza si tramutava in arroganza e poi in follia, tanto era il potere in cui erano stretti: la Regina dell'Ombra ed il Cancro del Caos."

"Chi può dire ora, col senno di poi, se Sibrene avrebbe dato a quel tempo mano sì forte al suo popolo se avesse saputo, o solo pensato, che la guida del destino dell'Ombra, come deciso dai Giardinieri del Mondo, non sarebbe ricaduta nuovamente su di Lei, in caso di vittoria... Nessun sfolgorante ritorno s'appressava per Sibrene, ma l'astio e la sete di rivincita erano come una benda, scura e pesante, tesa sopra i suoi occhi."

"Sanctior la Bella, la vecchia Sanch Tior, era invece un'isola in mezzo ad un mare di morte: situata su di un picco roccioso, la fortezza era cinta d'assedio. Dai suoi bastioni chi avesse avuto l'ardire di sporgersi avrebbe spazzato con lo sguardo una landa empita del biancore mortale della Nonmorte."

"Ma Sanctior aveva anch'essa un alleato, aleatorio per molti, ma non per i guerrieri della Luce: la preghiera. E con questa, gli Alti Chierici di Sanctior difendevano strenuamente l'ultima luce del mondo nel crepuscolo della sua esistenza. E furono quelli amari momenti, ché ormai le mura erano esauste dei continui proietti venefici delle catapulte e la Prima Cinta ed il Grande Cancello d'Argento erano ormai in mano nemica.
Pure, com'era stato in passato, sortite venivano studiate e realizzate utilizzando il complesso sistema di sotterranei al di sotto della fortezza; e gli stanchi difensori ritornavano continuamente col pensiero alla loro storia ed alle disgrazie del Giorno d'Odio, al riso beffardo di Sorek ed alla distruzione apportata dai Kronach. Cinque secoli erano passati, un alito di vento."

Parte seconda: La fine della Proibizione

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